Alla stregua di lupi feroci. Violenza e competizione politica nella Langobardia meridionale del secolo XI, di Antonio Tagliente
Partendo dalle testimonianze di tre intellettuali del secolo XI, Amato di Montecassino, l’abate Desiderio e Pier Damiani, si presentano in questo contributo le strategie prevaricatrici attuate dai principi longobardi Pandolfo IV di Capua e Guaimario IV di Salerno durante la loro ascesa politica, con particolare attenzione alle azioni di violenza compiute a danno degli ordinari diocesani e dei grandi cenobi del Mezzogiorno. L’indagine chiarisce che le azioni dispotiche dei principi non furono illogiche, ma parte di programmi politici finalizzati al raggiungimento di una dignità più elevata rispetto a quella ereditata dagli avi; inoltre, che il giudizio espresso da Pier Damiani derivò verosimilmente dalla testimonianza dell’arcivescovo Lorenzo di Amalfi. Dopo una rapida prospettiva sulla consorteria principesca di Benevento, in cui si evidenzia l’assenza di profili politici equiparabili a Pandolfo IV e Guaimario IV, si offrono alcune considerazioni conclusive sulle modalità con cui gli intellettuali cassinesi registrarono le vicende dei due sovrani longobardi e sulle ragioni che concorsero all’elaborazione del solo ritratto negativo di Pandolfo IV.
Parole chiave: Pandolfo IV di Capua, Guaimario IV di Salerno, Montecassino, Pier Damiani, Longobardi
In the manner of ferocious wolves. Violence and political competition in 11th-century Southern Langobardia
Starting from testimonies of three intellectuals of the 11th century, Amatus of Monte Cassino, the abbot Desiderius and Peter Damian, this paper offers a focus on the political strategies of the Lombard princes Pandulf IV of Capua and Guaimar IV of Salerno, especially on the violence of princes against the monastic communities and the episcopal sees of Southern Italy. The sources make it clear that the ‘despotism’ promoted by the two princes is not based on illogical strategies but on a specific use of violence, view to achieving a higher political dignity than inherited position, and allow hypothesizing that the critical assessment of Peter Damian comes from the testimony of the archbishop Lorenzo of Amalfi. After a perspective on the principality of Benevento, which highlights the absence of political profiles comparable to princes of Capua and Salerno, some conclusive considerations are offered on how the Cassinese intellectuals recorded the events of the two rulers and on the reasons behind the development of a negative portrait only for Pandulf IV.
Keywords: Pandulf IV of Capua, Guaimar of Salerno, Monte Cassino, Peter Damian, Lombards
La politica degli homines, la politica dei domini. Note sull’aderenza fra Cavalcabò e Gonzaga del 1412, di Francesco Bozzi
Il presente contributo intende offrire qualche riflessione su una domanda che, ancora oggi, rimane inevasa: quale fosse, nelle pratiche diplomatiche che sottostavano alla stipula di un’aderenza (legame elastico atto a coordinare tra di loro due realtà asimmetriche), il peso delle comunità coinvolte e dei loro homines. La domanda affonda le sue radici nel ruolo rivestito dalle realtà locali, e dai rustici che le animavano, nei più ampi processi di formazione statale, e nelle relazioni interstatali, che attraversarono l’Italia bassomedievale e Rinascimentale. Alcune risposte in merito giungono dal caso di studio in esame: il trattato di aderenza stipulato tra Gonzaga e Cavalcabò nel 1412, in cui gli homines delle comunità che sostanziavano la signoria di questi ultimi appaiono avere rilevanza inusitata nelle pratiche dell’aderenza. Un affondo in un caso puntuale, che desidera offrire qualche spunto di riflessione in temi ancora lungi dall’essere esauriti.
Parole chiave: Aderenza; Cavalcabò; Gonzaga; Comunità; Homines.
The Politics of Homines, the Politics of Domini. Notes on the 1412 Adherence Between Cavalcabò and Gonzaga
This contribution aims to answer to a still pending question: what was the role of the communities, and their homines, in the diplomatic practices underlying the stipulation of an adherentia (an elastic bond to coordinate two asymmetrical powers). The question is rooted in the role played by local bodies, and by the homines that animated them, in the broader processes of state building, and inter-state relations, that ran through late medieval and Renaissance Italy. Some answers in this regard come from the case study taken into consideration: the treaty of adherentia stipulated between Gonzaga and Cavalcabò in 1412, in which the homines of the communities that substantiated the latter’s lordship appear to have an unusual relevance in the practices of the adherentia. A lunge in a specific case study that wishes to offer few answers in a topic that is still far from being exhausted.
Keywords: Adherentia; Cavalcabò; Gonzaga; Communities; Homines.
«Per salute e preservazione del mio stato». Note sui rapporti tra gli stati di Piombino e Firenze nel carteggio di Jacopo V Appiani con la Corte Medicea, di Barbara Gelli
Questo studio si propone di fornire alcuni elementi di riflessione in merito all’esercizio di governo e alle strategie diplomatiche adottate da Jacopo V Appiani, il signore di Piombino che si trovò a fronteggiare le difficoltà conseguenti alla minaccia turca e che assisté al crollo di quell’organigramma geopolitico sul quale fino ad allora aveva fondato la sopravvivenza del suo piccolo stato. L’ottica prescelta è quella del rapporto tra Piombino e Firenze. Un modo per evidenziare le opportunità ed i limiti di questo sistema diplomatico, ed osservare il forte, ed inevitabile, ridimensionamento di questo piccolo stato a fronte della inoppugnabile volontà delle grandi potenze. Con la sua peculiarità la vicenda piombinese può risultare paradigmatica delle difficoltà alle quali nella prima metà del Cinquecento andarono incontro molti stati di ridotte dimensioni nella loro quotidiana battaglia per la sopravvivenza e la salvaguardia della propria autonomia. Parole chiave: Piombino, Firenze, piccolo stato, diplomazia della prima età moderna
Parole chiave: Piombino, Firenze, Piccoli stati, Diplomazia in età moderna
“For the health and preservation of my state”. Notes on the relationship between the states of Piombino and Florence from the correspondence between Jacopo V Appiani and the Medici court
This study aims to provide some food for thought regarding the governance and diplomatic strategies adopted by Jacopo V Appiani, Lord of Piombino who found himself facing difficulties resulting from the Turkish threat and witnessed the collapse of the geopolitical organizational chart on which the survival of his small state had hitherto been based. The chosen perspective focuses on the relationship between Piombino and Florence, highlighting the opportunities and limits of this diplomatic system, and illustrating the strong and inevitable downsizing of this small state in the face of the incontrovertible will of the great powers. With its peculiarity, the story of Piombino may be paradigmatic of the difficulties that many small states faced in the first half of the sixteenth century in their daily battle for survival and the safeguarding of their autonomy.
Keywords: Piombino, Florence, Small state, Early modern Diplomacy
La Grande montagna e i Piccoli Turchi. Esperimenti di governo in Nuova Francia da Champlain alla riforma del 1663, di Giuseppe Patisso
Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da poco. Gli spazi sterminati, i terreni impervi, gli indiani irochesi, (che per i loro continui attacchi e razzie furono soprannominati “piccoli turchi”), il sotto-popolamento della colonia, le rivalità con gli inglesi e i freddi inverni laurenziani impedirono, di fatto, il radicarsi di una struttura politico-amministrativa capace di gestire le innumerevoli necessità della Nouvelle France almeno fino alla seconda metà del XVII secolo. Il presente lavoro ripercorre queste tensioni nonché i tentativi di personaggi quali Samuel de Champlain e Charles Jacques Huault de Montmagny, primo governatore della colonia che gli amerindi chiamavano Onontio, ossia “Grande montagna”, fino alla riforma del ministro Colbert che avrebbe subordinato i territori nordamericani al diretto controllo della corona del giglio.
Parole chiave: Nuova Francia, amministrazione, America del Nord, Irochesi, Champlain, Montmagny
The Great Mountain and the Little Turks. Experiments of Governance in New France from Champlain to the 1663 Reform
Establishing a governing framework in the expansive and desolate regions of French North America was an incredibly challenging endeavor. he immense spaces, the rugged terrain, the Iroquois Indians (who, due to their constant attacks and raids, were nicknamed “little Turks”), the under-population of the colony, rivalries with the English, and the harsh Laurentian winters all prevented the establishment of an effective political-administrative structure capable of managing the countless needs of New France at least until the second half of the 17th century. This study retraces these tensions as well as the attempts by figures such as Samuel de Champlain and Charles Jacques Huault de Montmagny, the first governor of the colony whom the Amerindians called Onontio, meaning “Great Mountain”, up until the reform of Minister Colbert, which would subordinate the North American territories to the direct control of the fleur-de-lis crown.
Keywords: New France, administration, North America, Iroquois, Champlain, Montmagny
La “Firenze di Russia” e il “grande mercato del grano”: società ed economia a Odessa attraverso la letteratura di viaggio occidentale del XIX secolo, di Giovanni Cadioli
Questo saggio discute la letteratura di viaggio ottocentesca occidentale in relazione alla città di Odessa, che tra il 1794 e gli anni ’20 del XIX secolo passò da villaggio di pescatori ad astro nascente del commercio Europeo del grano. La città venne raggiunta da un sempre maggior numero di viaggiatori occidentali, che intrapresero tour dell’Impero Russo e della zona del Mar Nero. Il saggio dimostra che tali viaggiatori hanno descritto con sorprendente lucidità e veridicità le complesse realtà economiche e socio-culturali di Odessa, una città unica in tutto l’Impero russo. Numerose memorie di viaggio redatte in inglese, francese e tedesco vengono analizzate e raffrontate a fonti primarie consultate dall’autore presso l’Archivio Statale Russo di Storia e alla storiografia. Viene quindi dimostrata l’estrema veridicità delle descrizioni fatte dai viaggiatori occidentali della realtà etnica di Odessa, di come ciò influenzò le dinamiche del fiorente commercio del grano e delle più ampie ramificazioni sociali di questi fenomeni.
Parole chiave: Odessa, XIX secolo, viaggiatori, commercio, grano
The “Florence of Russia” and the “Great Grain Mart”: Society and Economy in Odessa through Western 19th Century Travel Literature
This article discusses nineteenth-century Western travel literature in relation to the city of Odessa, which between 1794 and the 1820s went from fishing village to rising star of the European grain trade. The city was reached by an increasing number of western travellers, who undertook tours of the Russian Empire and of the Black Sea area. The article demonstrates that such travellers described with surprising lucidity and truthfulness the complex economic and socio-cultural realities of Odessa, a unique city in the whole Russian Empire. Numerous travel memoirs written in English, French and German are analysed and compared to primary sources consulted by the author at the Russian State Archive of History as well as to the historiography. The extreme veracity of the descriptions made by Western travellers of Odessa’s ethnic realities, of how these influenced the dynamics of the flourishing grain trade and of these phenomena’s wider social ramifications are hence demonstrated.
Keywords: Odessa, 19th century, Travellers, Trade, Grain
La solidarietà: tempi e spazi sociali in Europa nell’età liberale, di Anna Pellegrino
L’idea di solidarietà negli ultimi decenni ha avuto una notevole diffusione, suscitando un rinnovato interesse, non solo all’interno della società civile, ma anche nell’ambito delle scienze sociali. Giuristi, politologi, filosofi e storici hanno cercato di esplorare da diverse ottiche disciplinari il campo molto vasto delle possibili applicazioni di questo concetto. In questo articolo, seguirò un approccio di tipo storico-sociale, con lo scopo non tanto di definire l’idea di solidarietà, quanto piuttosto di ricostruire le forme storiche, gli spazi sociali, i fenomeni, i movimenti e le strutture che hanno sostenuto le pratiche della solidarietà nel mondo contemporaneo. L’articolo muove dall’analisi della parola solidarietà, partendo dal dato grezzo della sua diffusione nel tempo per poi cercare di ricostruire una geografia storica delle sue pratiche nelle diverse forme che si sono storicamente succedute e nei diversi contesti nazionali, quindi di definirne anche gli spazi sociali. L’evoluzione storica delle pratiche più o meno organizzate di solidarietà è indagata nel loro rapporto con le grandi correnti ideologiche e politiche degli ultimi due secoli, in particolare il liberalismo, il socialismo e i sistemi democratici o totalitari, con sullo sfondo anche il tema di come si è evoluto nel tempo il rapporto con la religione.
Parole chiave: Solidarietà, spazi sociali, associazionismo dei lavoratori, mutualismo, liberalismo, socialismo.
Solidarity: times and social spaces in Europe in the age of liberalism
The concept of solidarity has become very popular in recent decades, arousing renewed interest, not only within civil society, but also in the social sciences. Jurists, political scientists, philosophers, and historians have tried to explore from different disciplinary perspectives the very broad field of potential applications of this same concept. In this contribution, I will follow a social-historical approach, with the aim not so much to define the idea of solidarity, but rather to reconstruct historical forms, social spaces, phenomena, movements, and structures that have sustained the practices of solidarity in the contemporary world. The article starts from the analysis of the word solidarity, starting from the raw data of its diffusion over time and then trying to reconstruct a historical geography of its practices in the different forms that have historically followed one another and in the different national contexts, and then to define its social spaces. The historical evolution of the organised practices of solidarity is investigated in their relationship with the great ideological and political currents of the last two centuries, in particular liberalism, socialism and democratic or totalitarian systems, with in the background also the theme of how the relationship with religion has evolved over time.
Keywords: Solidarity, Social Spaces, Workers’ Associationism, Mutualism, Liberalism, Socialism.
Cinema fascista ed esaltazione dell’italianità: Palio di Alessandro Blasetti (1932), di Alberto Malfitano
Il cinema di Alessandro Blasetti, uno dei più importanti cineasti italiani del Novecento, è generalmente noto per la mancanza di uno stile definito. Eppure, nella prima parte della sua carriera è possibile individuare una strategia precisa del giovane regista, che mirò a fare dell’arte cinematografica il megafono delle politiche e dei valori del regime fascista. In questo contesto rientra anche un’opera poco analizzata dagli studiosi come Palio, del 1932, film dedicato alla città di Siena, che esalta lo spirito combattivo del popolo italiano e che è qui analizzato anche sulla scorta di documenti inediti, provenienti dall’archivio personale del regista.
Parole chiave: Palio di Siena; tradizioni; Alessandro Blasetti; Cinema italiano; Siena; Fascismo; nazionalismo, Palio.
Fascist cinema and the exaltation of Italianness: Alessandro Blasetti’s Palio (1932)
One of the most important Italian filmmakers of the 20th century, Alessandro Blasetti is generally known for films lacking a definitive style. Nonetheless, a precise strategy emerges in the director’s early career with films aimed at amplifying the fascist regime’s values and politics. This context proves crucial to understanding Palio from 1932, a film that, to date, has garnered little critical attention. Palio, dedicated to the city of Siena and exalting the fighting spirit of the Italian people, is analyzed here using sources from the unpublished documents of the director’s personal archives.
Keywords: Palio di Siena; Tradition; Alessandro Blasetti; Italian cinema, Siena, Fascism; Nationalism, Palio.
Tra le rotte segrete del mercurio e l’occupazione tedesca: la miniera di Abbadia San Salvatore nella Seconda guerra mondiale, di Marco Fabbrini
L’articolo tratta del ruolo avuto dalla miniera di mercurio di Abbadia San Salvatore durante la Seconda guerra mondiale. Dichiarata dapprima “Stabilimento ausiliario” dell’esercito, ha avuto un una parte importante nei traffici internazionali del mercurio a fini bellici e, anche per questo motivo, ha vissuto in maniera traumatica e turbolenta il periodo di occupazione tedesca. In particolare, su questo tema si è potuto dare nuova luce alle vicende che caratterizzarono gli avvenimenti immediatamente precedenti la Liberazione, grazie al ritrovamento all’interno degli Archivi Minerari Amiatini Riuniti dei diari giornalieri redatti da alcuni dei più importanti tecnici minerari della Società Monte Amiata e rimasti fino ad oggi inediti. Inoltre, viene affrontato un ulteriore tema sino ad oggi sconosciuto, che ha caratterizzato l’ultimo periodo della guerra, tra il 1943 e il 1944, ossia l’invio in segreto di bombole di mercurio, attraverso la Germania, verso l’alleato giapponese per la produzione del fulminato di mercurio.
Parole chiave: mercurio; guerra, miniera, militarizzazione, materie prime.
Between the hidden mercury routes and the German occupation: the Abbadia San Salvatore mine in World War II
The article deals with the role played by the Abbadia San Salvatore mercury mine during the Second World War. First declared an “Auxiliary Establishment” of the army, it played an important part in the international trade of mercury for war purposes and, also for this reason, experienced the period of German occupation in a traumatic and turbulent manner. New light has been shed on the events that characterized the events immediately preceding the Liberation, thanks to the discovery in the Archivi Minerari Amiatini Riuniti of the daily diaries written by some of the most important mining technicians of the Società Monte Amiata and which have remained unpublished until today. In addition, a further hitherto unknown issue is addressed, which characterized the last period of the war, between 1943 and 1944, namely the secret dispatch of mercury canisters, through Germany, to the Japanese ally to produce the fulminate of mercury.
Keywords: mercury; war; mine; militarization; raw material