Abstracts

Immaginario urbano, bombardamenti e ricostruzione in Italia attraverso la fotografia neorealista (1943-1948), di Raffaella Biscioni
The urban image of the Italian city has changed considerably in the secondWorldWar: bombing, destruction and new rules of life have redesigned boundaries, although ephemeral and uncertain. Photography has represented this new urban landscape of wartime and immediate postwar period. Among the numerous photographic evidence, the work of the Federico Patellani has carved a prominent place thanks to its eyes caught, sensitivity towards the environment and people and the good fortune that he met in the audience who has made his images extremely popular. his photographs, of rare intensity, tell of a country devastated by war and a wounded humanity but which maintains its dignity and will to recover.
Keywords: Federico Patellani, Second World War, Photography, Ruins, Urban Landscape

L’immagine urbana delle città italiane ha subito notevoli cambiamenti nel corso della seconda guerra mondiale: bombardamenti, distruzioni e nuove regole di vita ne hanno ridisegnato confini, sebbene effimeri e incerti. La fotografia ha rappresentato questo nuovo paesaggio urbano del tempo di guerra e dell’immediato dopoguerra. Fra le numerose testimonianze fotografiche, il lavoro del fotografo milanese Federico Patellani si è ritagliato un posto di primo piano grazie al proprio sguardo colto, alla sensibilità verso l’ambiente e gli uomini ed alla grande fortuna che ha incontrato fra il pubblico che ha reso le sue immagini estremamente popolari. I suoi scatti, di rara intensità, raccontano di un paese devastato dalla guerra e di una umanità ferita ma che mantiene intatta la propria dignità e volontà di ripresa.
Parole chiave: Federico Patellani, seconda guerra Mondiale, fotografia, rovine, paesaggio urbano

War’s toll, i monumenti italiani in USA (1946-47): una strategia per immagini, di Michela Morgante
In the matter of the protection of artistic heritage inWorldWar II, War’s Toll of Italian Art (a photography exhibition at theMetropolitanMuseum of Art, New York, in the autumn of 1946, which traveled after that to many other venues) helps us to understand the American point of view on the bombing of European cities. the pictures were taken mostly by Monuments Fine Arts & Archives officials, amateur photographers who were also Fine Art historians and eye- witnesses directly involved on the front lines. the show’s aim was to emphasize the Allies’ activities regarding italian works of art, but apart from its celebratory tone the focus was mainly on the extent and gravity of the damage incurred to Italy’s artistic heritage. the emotional impact on the american public was intentionally manipulated by specific rhetorical devices – which are examined in this essay – in order to collect donations for repair efforts. the photographic display walks a thin line between official propaganda and authentic emotional involvement, with an implicit (even if unintended) exposé against military conduct.
Keywords: Protection of historical Monuments, U.S.-Italy Cooperation, Visual Codes of Propaganda, Visual Communication, Photographic Documentation

In tema di salvaguardia del patrimonio storico-artistico nell’ultimo conflitto, la mostra fotografica War’s Toll of Italian Art (allestita al Metropolitan Museum di New York nell’autunno 1946 e da lì lungamente itinerante) ci aiuta a cogliere lo sguardo degli americani sulle città europee bombardate. Le immagini sono per gran parte prodotte dagli addetti ai Monuments Fine Arts & Archives, fotografi non professionali ma di profonda competenza storico-critica, oltre che testimoni di fatti vissuti al fronte con personale dedizione. La mostra mira a valorizzare l’operato degli Alleati per le opere d’arte italiane ma al di là delle finalità celebrative pone al centro il tema del dissesto al patrimonio in tutta la sua ampiezza e criticità: l’impatto emotivo sul pubblico d’Oltreoceano è sapientemente pilotato attraverso alcuni evidenti espedienti di “amplificazione retorica” – che il saggio analizza nel dettaglio – al fine di ottenere donazioni da devolvere in Italia per i restauri. L’itinerario fotografico si muove dunque contraddittoriamente in un solco sottile, tra propaganda ufficiale e sincera compartecipazione; non senza un implicito quanto involontario atto di denuncia verso l’azione militare, emergente da quella stessa rappresentazione.
Parole chiave: Azione di tutela monumentale, cooperazione Italia-Alleati, codici visivi di propaganda, comunicazione al pubblico per immagini, documentazione tecnica fotografica

La guerra dell’arte: testi, fotografie, immaginario funzionale (1914-1950), di Marta Nezzo
During the two World Wars, photos and texts about works of art, became a special chance of handling popular imaginary. time after time, the symbolic importance of monuments was adapted to political, propagandistic or cultural contexts and slowly artistic patrimony was bereft of his historical and formal substances. the conference will present the particular results of these metamorphoses, paying special attention to relations between art, violence, emergency protection and popular identity.
Keywords: World War I, World War II, Protection, Warfare imagery, Propaganda

Fotografie e scritti che coinvolgono opere d’arte in assetto di guerra o danneggiate (fisse o mobili), sono divenuti, nelle occasioni della storia, parte integrante di universi interpretativi o proiezioni dell’immaginario assai distanti fra loro: ciò vale per una lettura ‘in fase’, relativa cioè ad esperienze strettamente coeve, quanto per gli usi diacronici di materiali visivi o letterari. Fra 1914 e 1950, le stratificazioni di senso così ottenute coinvolgono in un gioco destabilizzante i più disparati campi del sapere, fare e comunicare: dalla percezione individuale e collettiva della violenza, alla propaganda; dalla storia dell’arte alla critica; dalla documentazione delle protezioni, alla trasformazione dei principi di tutela; dalla valorizzazione dei singoli monumenti, alla qualificazione integrale dei tessuti urbani. In altri termini il rapporto arte guerra evidenzia la natura ibrida – formale, identitaria e ideologica – dell’opera d’arte stessa e dell’uso storiografico, critico e politico che se ne può fare. L’intervento fornirà una campionatura ragionata delle ri-semantizzazioni cui l’imagerie di monumenti e città ha soggiaciuto a ridosso delle guerre mondiali, seguendone l’alternante destino di involuzioni ideologiche e proficue acquisizioni culturali.
Parole chiave: prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, tutela, immaginario bellico, propaganda.

L’olocausto delle città nell’immaginario italiano delle due guerre mondiali, di Marco Fincardi
Fascist Italy draws from the First World War the avant-garde idea of material and symbolic destruction of enemy cities, to be achieved by any means. the regime propaganda promotes an image emphasizing the ability of Italian pilots. But from the beginning of World War II Italy appears absolutely vulnerable. Images in visuals and literature start soon an aching reflection focused not on the destructive ability of Italy, but on the assumed self-immolation calling of its ancient cities, devastated by a cruel enemy. hypocritical reflection made by the fascist intellectuals, in their claim of responsibility away from a catastrophe sought, previously, in every way. Lacerating, but renewing reflection, from the old and new anti-fascism, that in looking over the catastrophe of the Fascist Kingdom tackles the idea of rebuilding the city and a rural country to modernize, finally turning from the thundering images of bully urbanism typical of the Marinetti’s futurism.
Keywords: Aerial propaganda, Political manipulation of war images, Psychological warfare, Fascist propaganda effects.

L’Italia fascista trae dalla prima guerra mondiale l’idea avanguardistica della distruzione simbolica e materiale delle città nemiche da realizzare con ogni mezzo. Il regime propaganda di continuo la propria immagine di potenza militare nello spettacolarizzare questa propria vantata capacità dei suoi piloti. Ma sin dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale l’Italia appare assolutamente vulnerabile. Immagini visive e letterarie avviano presto una dolente riflessione non sulla capacità distruttiva dell’Italia, ma sulla supposta vocazione al martirio delle sue antiche città, schiacciate da un nemico crudele. Riflessione ipocrita da parte dell’intellettualità fascista, nella sua pretesa di deresponsabilizzarsi da una catastrofe cercata, in precedenza, per ogni via. Riflessione lacerante, ma rinnovatrice, da parte del vecchio e nuovo antifascismo, che nel guardare oltre la catastrofe del Regno fascista affronta l’idea di ricostruire le città e un Paese rurale da modernizzare, mettendo da parte definitivamente le roboanti immagini di urbanesimo prepotente proprie del futurismo marinettiano.
Parole chiave: propaganda aerea, manipolazione bellica delle immagini, guerra psicologica, effetti della propaganda fascista

La Liguria in guerra: civili e monumenti sotto le bombe, di Claudia Baldoli, Carlotta Coccoli
This interdisciplinary contribution explores the reality of the air war in the port cities of Liguria that were most heavily bombed between 1940 and 1945: Savona, Genoa and La Spezia, and their surrounding provinces. Bordering with France and full of industries, shipyards, naval bases and crowded ports, Liguria became an important military objective and was subject to massive damage. Despite the rhetorical declarations of the general Direction of Fine Arts about the efficacy of the protection of works of art, and despite the regime’s propaganda, the war declaration and the following air raids took both local authorities and superintendents completely by surprise. this article examines the experience of bombing in Liguria during three major phases: first, 1940-1942, when the British raids concentrated on the industrial areas of genoa, Savona and Vado Ligure; second, from the autumn of 1942 to the Italian surrender of September 1943, when “area bombing” extended the aggression to civilian morale and provoked vast damage to the monuments of the city center of Genoa in particular; and finally, between the autumn of 1943 and the summer of 1944, when the raids targeted marshalling yards, railway lines and bridges in order to obstruct German supplies, which resulted in continuous attacks for the smaller towns along the coast.
Keywords: World War II, Liguria, Air War, Bombing

Questo contributo interdisciplinare esplora la realtà della guerra aerea nelle città portuali della Liguria più pesantemente investite dai bombardamenti tra il 1940 e il 1945: Savona, Genova e La Spezia e le loro provincie. Confinante con la Francia e ricca di industrie, cantieri marittimi, basi navali e porti affollati, la Liguria divenne un importante obiettivo bellico e subì danni ingenti. Malgrado le dichiarazioni retoriche della Direzione generale delle arti circa l’efficacia dei provvedimenti di tutela delle opere d’arte, e malgrado la noncuranza con cui la radio di regime ignorava gli eventi, la dichiarazione di guerra e i bombardamenti che seguirono colsero le autorità locali e le soprintendenze totalmente impotenti. Questo articolo esamina l’esperienza dei bombardamenti in Liguria durante tre diverse fasi: quella delle incursioni britanniche sull’Italia settentrionale nel 1940-42 (con obiettivo le aree industriali di Genova, Savona e Vado Ligure); quella dei bombardamenti “a tappeto” (dall’ottobre 1942 fino all’armistizio del settembre 1943), che estesero l’attacco al “morale” delle popolazioni civili e procurarono danni enormi al patrimonio edilizio e monumentale soprattutto del centro storico di Genova; e quella delle incursioni, tra l’autunno del 1943 e l’estate del 1944, sui nodi ferroviari, ferrovie e ponti per impedire i rifornimenti tedeschi, che si abbatterono sulle città minori e sui paesi lungo la costa. L’articolo esamina i sistemi protettivi attuati dal regime per proteggere civili e monumenti, le conseguenze delle incursioni e le reazioni della popolazione civile.
Parole chiave: seconda guerra Mondiale, Liguria, guerra aerea, bombardamenti

La storia interrotta: i Castelli Romani e Prenestini attraverso l’occhio a-retorico di John Bryan Ward-Perkins (1944-1945). Un caso di studio, di Margherita Fratarcangeli, Isabella Salvagni
Between 1943 and 1946, John Bryan Ward-Perkins – archaeologist, then director of the British school at Rome – one of the key figures in the Monuments, Fine Arts and Archives section of the British Allied Forces (department that monitored the historical and artistic heritage Italian) headed campaign documentation of the damage by the bombing provided in Italian land. the Ward-Perkins photographs are characterized by their documentary kind and scientific research, free from implication of rhetorical type, evocative, or dramatization of rubble, focusing on architecture as a simple “given”. the attention is focused on the area of the Castelli Romani and Prenestini marked by historical and artistic identity strongly unified, directly tied to the story of Rome. territory compromised by the war, which has dramatically diverted elsewhere the sedimentation of history, giving rise to unique re-interpretations of reality every single urban identity. This particular land was played by Ward-Perkins through 68 photographs and here exemplified in the three significant case studies of Frascati, Palestrina and Velletri.
Keywords: John Bryan Ward-Perkins, War photography, Castelli Romani, Monti Prenestini, Frascati, Palestrina, Velletri

Tra il 1943 e il 1946 John Bryan Ward-Perkins – archeologo, poi direttore della British school at Rome – una delle figure chiave della Monuments, Fine Arts and Archives Section delle Forze alleate britanniche (reparto che monitorava i beni storico-artistici italiani) diresse la campagna di documentazione dei danni subiti ad opera dei previsti bombardamenti. Il corpus fotografico messo insieme da Ward-Perkins si caratterizza per la sua natura documentale e scientifica, scevra da implicazione di tipo retorico, evocativo, o di spettacolarizzazione delle macerie, focalizzandosi sulle architetture, come semplice “dato”. L’attenzione è in questo caso concentrata sull’area dei Castelli Romani e Prenestini contraddistinta da un’identità storico-artistica fortemente unitaria, direttamente legata alla vicenda di Roma. territorio compromesso dalla guerra, che ne ha drammaticamente dirottato altrove la sedimentazione della storia, dando luogo a singolari re-interpretazioni di ogni singola identità urbana, interpretato da Ward-Perkins attraverso 68 fotografie, e qui esemplificata nei tre significativi casi-studio delle città di Frascati, Palestrina e Velletri.
Parole chiave: John Bryan Ward-Perkins, fotografia di guerra, Castelli Romani, Monti Prenestini, Frascati, Palestrina, Velletri

Documentazione del danno e ricostruzione urbana a Messina dal sisma del 1908 al secondo conflitto bellico, di Annunziata Maria Oteri
Among cities which have been affected by catastrophes, Messina represents a singular case. Destroyed by the earthquake of 1908, the city on the straits of Messina was again seriously damaged during the Second World War, when the complex post-seismic reconstruction had not yet been completed. In the public imagination, the two catastrophes were commonly identified as a sort of continued lesion, with no distinction between the two events and the consequent dramatic effects. In both cases, descriptions of damage which emerged from a very rich photographic documentation were used, over time, to justify policies of reconstruction, which paid very little attention to the relationship between conservation of memories and transformation of urban fabric. By analyzing the photographic reports which have described the two disasters, this essay underlines to what extent urban fabric and historic buildings were sacrificed for the needs of a decisive reconstruction.
Keywords: Messina, earthquake, war, description, damage, reconstruction

Nel contesto delle città colpite da catastrofi, Messina rappresenta un caso singolare. La città dello stretto, gravemente danneggiata dal sisma del 1908, subisce una seconda distruzione durante il secondo conflitto bellico, quando ancora non si è esaurito il lento processo di ricostruzione post-sismica. Nell’immaginario collettivo le due catastrofi si identificano nella forma di una lacerazione infinita, nella quale non vi è soluzione di continuità fra i due eventi e i loro effetti traumatici. In entrambi i casi, l’immagine della distruzione che emerge dalla ricchissima documentazione fotografica esistente, è servita nel tempo a giustificare, forse più del dovuto, politiche di ricostruzione poco attente al tema della memoria e al rapporto tra permanenza e trasformazione. Il presente contributo, invece, intende ripercorrere la rappresentazione fotografica che dei due disastri si è offerta nel tempo, per tentare di tracciare un quadro di quanto, del tessuto storico e degli edifici monumentali, si sia sacrificato nel nome di una perentoria rinascita.
Parole chiave: Messina, terremoto, guerra, rappresentazione, danno, ricostruzione

Public History e luoghi di memoria della Guerra Civile Italiana, 1943-1945, di Serge Noiret
The Italian social Republic of Salò, 1943-1945, seceded from the Italian Monarchy at the end of 1943 and continued the war on the side of Nazi Germany. the Salò militia’s memory was banned from post-war cultural debates. the question of the political and historical legitimation of conflicting memories – and especially individual and collective memories of the Civil war- emerged for the first time in the Italian political and cultural debate with the first Berlusconi’s government in 1994 which comprised former members of the RsI. to foster this recognition of the Lost Cause of the RSI, digital public history web sites were built since the second half of the 1990’s, and more recently, a memory place was built in honor of the fascist general Rodolfo Graziani in Affile (Roma). today, these memory battles between the resistance against Salò and pro-nazi fighters in the RSI – analogously to the Us Civil war case – raise the question whether public historians are legitimized to shape the meaning and the reasons of the fought “lost causes” and the dilemma whether historians can apply moral hierarchies to historical events. Furthermore, it question public history’s role to interpret history around memory places like Mussolini’s grave, the monument to the Acqui division in Cefalonia or the room occupied by Mussolini after being captured in July 1943 in Campo Imperatore (Aquila).
Keywords: WW2, Italian Republic of Salò, Fascism, Resistance, Memory, Memory Places, Public history

La Repubblica Sociale Italiana di Salò, 1943-1945, si separò dalla monarchia italiana alla fine del 1943 e continuò la guerra a fianco della Germania nazista. La memoria della milizia di salò e stata bandita dai dibattiti culturali nel dopoguerra. La questione della legittimazione politica e storica di memorie contrastanti – e soprattutto delle memorie individuali e collettive della guerra civile – emerse per la prima volta nel dibattito politico e culturale italiano con il primo governo Berlusconi nel 1994 di cui hanno fatto parte ex membri della RSI. Per favorire un riconoscimento della “Lost Cause” della RSI, siti web di storia digitale sono stati creati dalla seconda metà del 1990 e, più recentemente, un luogo di memoria è stato costruito in onore del Maresciallo fascista Rodolfo Graziani ad Affile (Roma). Oggi, queste battaglie di memoria tra la resistenza e i combattenti di salò – analogamente alla guerra civile negli stati Uniti – sollevarono la questione della legittimità dei Public historians nel plasmare il senso e le ragioni delle “cause perse” e posto il dilemma sul fatto di capire se gli storici possano o meno applicare gerarchie morali agli eventi storici. Inoltre, ci si interroga sul ruolo della Public history per interpretare la storia nei luoghi della memoria, come la tomba di Mussolini, il monumento alla divisione Acqui a Cefalonia o la stanza occupata da Mussolini dopo essere stati catturato nel luglio 1943, a Campo Imperatore (L’Aquila).
Parole chiave: Seconda Guerra Mondiale, RsI, Fascismo, Resistenza, Memoria, Luoghi della memoria, Public history

Italian war criminals in Greece, di Despina-Georgia Konstantinakou
Contrary to the prevailing view that the Germans were the sole perpetrators of war crimes committed in Greece during World War II, Italian troops were also heavily involved in large-scale atrocities. this false perception stemmed, for the most part, from the manner in which the Greek authorities handled the issue of prosecuting Italian war criminals. Although Athens seemed determined to bring those responsible to justice this commitment soon began to falter. the new circumstances dictating the postwar status quo, forced Greece into normal relations with both former rival countries and current allies. In view of the upcoming negotiations for the reparations that the country was in dire need of, Athens decided to cease proceedings against Italian nationals that were accused of war crimes. In 1952, Italy rather reluctantly took over the formal obligation to continue the prosecution of Italians accused of war crimes in its domestic courts. the Italian judicial authorities however, never initiated proceedings in order to fulfill this obligation.
Keywords:WorldWar II, Greece, ItalianWar Crimes

Durante la Seconda Guerra Mondiale le truppe italiane furono fortemente coinvolte nei crimini di guerra commessi in Grecia, contrariamente alla opinione prevalente che solo i tedeschi ne fossero gli unici responsabili. Questa falsa percezione ha a che fare con le modalità adottate dalle autorità greche nel perseguire i criminali di guerra italiani. sebbene Atene fosse determinata a processare i responsabili, questo impegno, tuttavia, iniziò a vacillare. Le nuove circostanze che dettarono lo status quo del dopoguerra, costrinsero la Grecia a stringere buoni rapporti diplomatici con gli stati in passato nemici e adesso alleati. In vista delle imminenti trattative per le riparazioni di cui il paese aveva disperato bisogno, Atene decise di interrompere i procedimenti aperti nei confronti dei cittadini italiani accusati di crimini di guerra. Nel 1952 l’Italia, piuttosto a malincuore, assunse l’obbligo formale di continuare nei propri tribunali l’azione penale nei confronti degli italiani accusati di crimini di guerra. Le autorità giudiziarie italiane, tuttavia, non avviarono mai alcun procedimento per adempiere a tale obbligo.
Parole chiave: seconda guerra Mondiale, Grecia, crimini di guerra italiani

Indice

Autori

Lascia un commento